Carlo Ancelotti

Per molti di coloro che (beati loro) sono giovani e di certe leggende conoscono solo le imprese più recenti, Carlo Ancelotti da Reggiolo è soltanto – si fa per dire – uno dei più grandi e vincenti allenatori della storia, sia fra quelli che siano mai esistiti che fra quanti sono ancora in attività. Qualcuno si spingerà forse più in là con i ricordi

e lo individuerà, là in mezzo, a comandare nel centrocampo del Milan degli olandesi e di Arrigo Sacchi prima e di Fabio Capello poi, una delle squadre italiane più forti, belle e vincenti che si siano mai viste.

Ma Carlo Ancelotti, Carletto nostro, è stato molto altro e molto prima: giovane “vecchio” e capitano della Roma, campione d’Italia con indosso la maglia più bella del mondo, compagno di squadra di gente del calibro di Agostino, Bruno Conti, Falcão, Pruzzo, Nela – e qui mi fermo perché potrei andare avanti all’infinito -, allievo del Barone, ben prima di qualunque profeta fusignanese e di qualsiasi stella olandese (seppur si stia parlando di stelle autentiche, un intero firmamento, of course).

Lui stesso, di recente, ha avuto occasione di ribadire questo legame inscindibile.
Sempre ave, Carlè. E chissà, forse un giorno raccoglierai l’eredità del Barone e di Ago e ci condurrai, ancora una volta, fino in porto col vessillo.
Che bello sarebbe, ve’? Daje Carlè!


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