Rudi Garcia

Semisconosciuto al tempo del suo ingaggio da parte della Roma, Rudi Garcia impiegò poche settimane a entrare nel cuore dei tifosi.
Prima diede dei laziali ad alcuni che contestavano Osvaldo, poi affermò di voler “riportare la chiesa al centro del villaggio” e la sua prima Roma partì con dieci vittorie di fila in campionato, record ancora imbattuto, così che tutti ebbero chiaro il significato di quel detto francese.

Fra una vittoria e l’altra sostenne anche una tesi tanto spavalda quanto sacrosanta, ovvero che “un derby non si gioca, si vince” e infatti lo vinse, dopo che non se ne vincevano da un po’ (e soprattutto dopo che, solo pochi mesi prima, si era perso l’unico derby che non si sarebbe dovuto perdere mai, sul quale i periferici romperanno i maroni fino a che ghiaccerà l’inferno1), e non fu certo l’unico che vinse.

Faccia da attore e accento accattivante, grande estimatore di Checco (non che ci volesse un genio, ma a quel punto della carriera del Capitano Eterno non era così scontato) e dunque uno a posto, si distinse fra le altre cose per una sonata di violino passata alla storia e per aver emulato il suo omonimo predecessore, il Rudi tedesco, nello scegliere come compagna una ragazza romana. Entrambi mica fessi, of course.

La sua storia giallorossa si è conclusa senza troppa gloria, nonostante ciò lo si ricorda con simpatia, anche per aver eliminato la Juventus alla guida del Lione negli ottavi di Champions League 2019-2020. Dopodiché, nelle interviste post-partita, rivolse un messaggio di trionfo ai suoi vecchi tifosi dicendo loro “ce l’abbiamo fatta!”.
Garcia romanista vero.


1 Del resto vanno compresi, porelli: pe ‘na vorta che c’hanno ‘na cosa, una, che valga la pena da mette nell’album dei ricordi, che famo, ja vojamo negà, st’unica gioia de cui se devono accontentà finché campano?


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