Compagno Michele

Immagine tratta da questo articolo de Il Post

(Commento extended version a questo post di Diemme sul proprio blog.)

Cara Diemme,

mi rifaccio vivo dopo lunga pausa di riflessione a lasciarti un commento in un’occasione affatto leggera, anche se si sta parlando di un fumettista.
Ci ho pensato su per qualche giorno, se scrivere qualcosa o no, temevo che mi sarei dilungato troppo. E infatti è andata proprio così.

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Marlena is back

Questo è un blog, cominciamo.

Come dicono quelli bravi, il post che state leggendo è un punto di inizio ideale per i nuovi lettori.

E, aggiungerei, pure per quelli vecchi, che nel frattempo si saranno ormai rifatti una vita.

Giusto un paio di annotazioni per chiarire il concetto di “punto di inizio ideale”.
Si riparte da zero, come se non ci fossimo mai visti né sentiti prima.
Non che “prima” esistesse una qualche sorta di continuità narrativa; ebbene, d’ora in poi esisterà.

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Cuneo

Mia città natale, già solo per questo dunque na cifra importante, ne vediamo qui uno scorcio di piazza Galimberti in un mio scatto dell’agosto 2017 preso da sotto i portici del perimetro (meno di tre mesi dopo l’ultima partita de Checco, ancora non l’avevo elaborata del tutto sta cosa, sentivo il bisogno di cullarmi un po’ nel conforto dell’alma mater).

Cuneo è di origine medievale e si chiama così perché il nucleo più antico sorge su uno sperone che si eleva alla confluenza di due fiumi, formando per l’appunto un cuneo. Arrivandovi da nord-est, cioè da dove abitualmente risiedo, appare come una nave in rada in attesa di salpare, poggiata su una valle dalle rive alberate o – a seconda dei casi e delle stagioni – sulle bianche volute di una foschia spumosa, la prua rivolta verso fantastici e remoti orizzonti, ancorata alla terraferma nient’altro che dall’esile legame di un paio di viadotti stradali e ferroviari. Navigare necesse est, anche solo con la fantasia, nevvero.

Non è di origine romana (anche se forse sì, nel senso che qui una città romana un tempo pare ci fosse) bensì medievale; nonostante ciò, il suddetto centro storico è a forma di accampamento romano, ma pensa un po’ che singolare combinazione.
I dettagli sono importanti e quasi mai casuali. Alla fin fine, tutto viene da Roma e tutto a Roma ritorna, me compreso1.

Cuneo è di fatto la mia Winterfell, poiché non solo ce so nato ma – come più volte ricordato – vi ho pure svolto il servizio di leva, al distretto militare la cui sigla era DMCN e che ora come istituzione non esiste più, sopravvivono soltanto gli edifici che sono stati riutilizzati per scopi civili. Quasi tutti: la caserma in cui svolgevo il mio lavoro d’ufficio è stata invece rimodernata, dall’esterno sembra proprio un lavoro ben fatto e costituisce tuttora una struttura militare, daje.


1 Peraltro, il fatto stesso che, mentre redigo questa scheda, io mi trovi per l’appunto a Roma, non fa che confermare tale mio convincimento.


Marlena

Victoria De Angelis, bassista dei Måneskin, in una foto tratta da qui.

Marlena è una figura retorica ricorrente nei testi dei Måneskin (con riferimento particolare al brano Torna a casa) e personifica la musa ispiratrice della band.
Mi è gradita l’occasione per ricordare che il frontman Damiano David, oltre a essere un gran figo, è pure romanista fracico. I love him.

Completano il quartetto Ethan Torchio alla batteria, anche lui un figo da paura che vedrei bene a intepretare Uncas1 in un remake de L’Ultimo dei Mohicani (però chiediamo agli sceneggiatori di cambiare il finale e non farlo morire, dai, che a Uncas sono affezionato fin dalla più tenera età e parrebbe brutto anche nei confronti di Ethan, suvvia), Thomas Raggi alle chitarre, che pare sempre si sia appena svejato e pure de brutto (si scherza Thomas, vi si vuole bene a tutti e quattro) e, last but non least, la piccola, pestifera e cazzutissima Victoria De Angelis, non a caso scelta come volto daa scheda, al basso.

Daje regà!


1 Scopro oggi che Uncas è stato anche un reale personaggio storico, un grande sachem; il cui nome mi piace dunque supporre abbia ispirato James Fenimore Cooper per il proprio celeberrimo romanzo, uno dei miei preferiti di sempre. Bello. Non si finisce mai di apprendere cose nuove e interessanti!


Tú me vuelve loco

 

Funziona così.
Lei mi manda questo video, mentre sono steso sul lettino della Dany a farmi fare un nuovo tatuaggio. Un lavoro programmato da tempo, ma che, per l’idea che contiene, si incastra in questo esatto momento di congiunzioni cosmiche con perfetta giustezza e pertinenza.
Mentre la Dany incide sottopelle da par suo, con mano gentile e sicura, io le racconto di lei. Fin qui nulla di strano, in questi giorni sto raccontando di lei a tutti coloro a cui tengo. Credo possiate intuire il perché. Sono convinto, sapete, che le cose migliori capitino quando siamo pronti a riconoscerle, e a viverle in modo grato, naturale, pieno. Come dite? Se mi sento pronto in questo particolare contesto? Facciamo così: prendetevi cinque minuti di pausa, andate a fare altro, distraetevi dall’argomento qui trattato. Poi tornate a leggere il resto. Sarà più o meno il tempo che occorrerà a me per ricompormi e smettere di ridere pensando alla vostra domanda.

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