Pluto

La prima volta che vidi Pluto (qui nel novembre 2018 in un selfie insieme a Bill, che fa una faccia come uno che manco se capacita), durante una partita in TV, fu in occasione di un incontro della nazionale brasiliana di fine anni ’80, non ricordo di preciso quale né contro chi.

Lui e Mozer erano la coppia di difensori centrali dei verdeoro, e mi venne da pensare “mazza quanto so brutti questi!”

Poi Alda venne da noi e non mi ci volle molto per cambiare opinione su di lui, perché oltre a essere fortissimo ai miei occhi divenne anche bellissimo, un vero adone!
(Mozer invece no, brutto mi pareva e brutto mi pare ancora oggi, mamma mia che impressione!)

Credo sia l’unico giocatore della Roma ad aver giocato sia con Rudi che con Checco, il che ne fa un autentico trait d’union fra due epoche eroiche.

Ricordo ancora quella sera di agosto. Mi trovavo sugli spalti dell’Olimpico, ad assistere alla consueta amichevole di presentazione pre-season; erano già sfilati tutti i componenti della staff tecnico e della rosa, annunciati dallo speaker che era ancora il mitico Carlo Zampa, tutti belli allineati in mezzo al campo. Allorché Carlo disse una cosa tipo: “è il momento di un giovanissimo” (e già lì iniziammo a capire qualcosa), “ha appena trovato l’intesa con il presidente per un altro anno, il tredicesimo! Con il numero 6!! Pluto!!”.
Al che tutto lo stadio proruppe in un ALDAIIIIIR!!!! di tale possanza che avrebbe schiantato cuori meno avvezzi a tanto appassionato amore.
Poco ci mancò che mi partisse la pompa, come direbbe un altro Carlo de noantri, Verdone.

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